Attualità

Cristo (non) si è fermato a Napoli

È un tardo pomeriggio di un giorno qualunque nel quartiere napoletano di Pianura. Anche per Vincenzo che vuole portare il motorino all’autolavaggio. Il padre lo accompagna perché anche la macchina è da lavare però finisce prima e se ne va. Vincenzo si siede e aspetta, gioca con il cellulare fino a quando il “branco” lo individua. Qualche insulto, quell’abitudine a cui non ti abitui mai, poi una spinta, due. Vincenzo è a terra ed è da solo. “Guarda come sei grasso, ora ti gonfio ancora un po’” bofonchia uno di loro. Ha solo quattordici anni ed è nudo sul pavimento bagnato di un autolavaggio di periferia perché dei ragazzi più grandi hanno deciso di soffiargli aria nell’intestino con un compressore. “Per scherzo” lo hanno quasi ucciso. Vincenzo non riesce a muoversi, per la paura e il dolore sviene. Quando si risveglia in ospedale dopo 7 ore di operazione sa che l’incubo non è finito. Il medico gli spiega che ha dovuto asportare il colon e che deve riconoscere gli aguzzini. Ora c’è solo il disagio e il malessere poi arriveranno la rabbia e le domande. Come perché chi era presente non ha fermato la violenza ma si è limitato a riprendere con il cellulare. Gli inquirenti, nel frattempo, hanno fermato tre giovani con precedenti per spaccio e reati contro il patrimonio. E mentre la giustizia fa il suo corso Napoli con i suoi disagi diventa ancora una volta lo specchio dell’Italia che non si è mai “fatta”. È il baricentro che non si trova, la regola che manca. Eppure Napoli è la bellezza partenopea, la canzone neomelodica, l’epicureismo italico, e non quest’orrore, perché i figli so’ piezz ‘e core. Tutti però, anche quelli sovrappeso, quelli rimandati ma soprattutto anche quelli degli altri. Questa è la Napoli violentata, perché troppo spesso ne vengono fuori solo stereotipi e sbagli. La Napoli che non va. Quella della Camorra, quella di Bifolco, di Genny a’carogna, quella di Vincenzo. Come questa società che ci vuole “sempre al top”, alla costante ricerca della perfezione fino a sfiorare la mania, dall’anoressia agli steroidi, in questa scelta ossessiva per l’esteriorità che dimentica però l’importanza dell’interiorità.

Standard